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Collegamenti antisismici negli edifici industriali

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crolloGeneralmente le strutture prefabbricate monopiano a grandi luci, progettate per le sole azioni non sismiche, prive di continuità statica, presentano una elevata vulnerabilità come evidenziato dai numerosi crolli causati dai recenti eventi sismici dell’Emilia (20 e 29 maggio 2012).

Il D.L. 6/6/2012, n. 74, allo scopo di indirizzare gli interventi di emergenza necessari per garantire la ripresa economica dell’area colpita dal sisma, ha fatto chiarezza in merito alle normative alle quali fare riferimento per la progettazione di tali interventi. In particolare, il D.L. 74 ha meglio definito il concetto di agibilità sismica fino ad allora applicato in sede di rilevamento dei danni da sisma (Schede AEDES di 1° livello). In sostanza, nel caso di edifici privi di continuità e di “robustness” (riserva di resistenza dovute alla ridondanza dei vincoli), indipendentemente dal danno subito e in attesa di più approfondite analisi, viene richiesta l’eliminazione delle seguenti carenze tipiche nel rispetto complessivo dell’organismo strutturale:

  1. mancanza di collegamenti tra elementi strutturali verticali e elementi strutturali orizzontali e tra questi ultimi;
  2. presenza di elementi di tamponatura prefabbricati non adeguatamente ancorati alle strutture principali;
  3. presenza di scaffalature non controventate portanti materiali pesanti che possano, nel loro collasso, coinvolgere la struttura principale causandone il danneggiamento e il collasso.

Le fasi di intervento

Le fasi di intervento

Dal punto di vista operativo, il DL 74 prescrive un processo coordinato e realizzato in due fasi:

FASE 1: viene garantita l’eliminazione delle carenze di cui sopra (comma 8 art. 3);

FASE 2: si interviene in modo sistematico per il conseguimento delle prestazioni richieste dal comma 10 dell’art. 3 ( valutazione della sicurezza effettuata conformemente al capitolo 8.3 delle Norme Tecniche per le costruzioni, DM14/01/2008).

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La verifica della sicurezza

La verifica della sicurezza

In effetti tale indicazione metodologica trova riscontro nelle Norme Tecniche, cap. 8, laddove si parla di interventi di riparazione o locali (fase 1) ed interventi di miglioramento o adeguamento antisismico (fase 2). L'attività propedeutica al progetto degli incatenamenti, resta comunque la valutazione della sicurezza

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Le linee Guida della Protezione Civile

Le linee Guida della Protezione Civile

Gli incatenamenti antisismici si possono realizzare utilizzando come riferimento le Linee Guida pubblicate dalla Protezione Civile. In alcune situazioni come per es nei REPARTI DI PRODUZIONE, la presenza di numerosi impianti non rimovibili, obbliga però ad utilizzare soluzioni particolarmente leggere.

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Un nuovo sistema di incatenamento

Un nuovo sistema di incatenamento

Abbiamo messo a punto un SISTEMA INNOVATIVO DI INCATENAMENTO, DERIVATO DAL SISTEMA BREVETTATO CAM, che è stato adottato con successo in una nota industria alimentare del nord Italia. Alle piastre sono state sostituiti NASTRI IN ACCIAIO INOX AD ALTA RESISTENZA.Il sistema soddisfa i requisiti richiesti da ambienti lavorativi particolarmente critici, tra i quali:

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Requisiti soddisfatti

Requisiti soddisfatti

  • Minimo ingombro
  • Rapidità esecutiva;
  • Versatilità
  • Pulizia;
  • Facile reversibilità

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Intervento nei convegni di Macerata, Lucca e Farfa su "capannoni industriali e rischio sismico":

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IMG 0484p Guarda l'intervento realizzato

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Collegamenti antisismici, Edifici industriali, Vulnerabilità sismica

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